Caso emblematico la scuola. In molte società se un ramo di azienda va male oppure se tutta l'azienda va male (politica che non condivido al 100%), si fanno tagli, si licenzia personale e si riducono gli investimenti.
Supponiamo per assurdo che la scuola (per assurdo perché io reputo la scuola italiano molto buona, ci sono ampi margini di miglioramento ma sicuramente funziona. Non per altro se osserviamo i laureati italiani sono ben accetti ovunque per il mondo) sia un ramo della "italia S.P.A." che non produce come dovrebbe, allora l'amministratore delegato Mariastella Gelmini decida di tagliare sul personale, diminuire le ore di lavoro, mettere in un angolo gli ultimi arrivati (vedi stranieri) in modo che non possano imparare ciò che si fa nella"italia S.P.A", lasciare a casa tutti i consulenti (questi senza il ben che minimo senso di colpa, tanto sono solo consulenti, troveranno altra occupazione), si riducano gli investimenti nel settore ricerca e sviluppo così da perdere il know-how anche in tutti i settori dove si è leader anche in campo internazionale, ed alcuni altri ritocchini.
Supponiamo sempre per assurdo che questa politica di tagli e ristrutturazione della "italia S.P.A." porti a dei risultati e nel caso migliore in pochi anni si abbiano degli utili.
Nelle aziende gli utili vengono divisi tra gli azionisti e quindi nel caso della "italia S.P.A." i grandi manager-azionisti si spartiscono il risultato monetario dei tagli.
Ma purtroppo l'Italia non è una S.P.A., e anche se lo fosse noi tutti umili cittadini siamo i suoi azionisti che ogni anno pagano per gli investimenti che dovrebbero esserci per poterci far crescere.
Purtroppo quello che sta succedendo in questi giorni, a mio parere, non porterà alcun beneficio ai cittadini anzi, vi sarà un degrado lento della nostra società civile.